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Porto di Foce Verde, la memoria corta sulle “opere bluff” di Zaccheo

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Foce Verde (foto: latinacorriere)

Era inevitabile che con la sua ricandidatura a Sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo tornasse a proporre nel suo programma elettorale le “opere bluff” che hanno caratterizzato la sua passata amministrazione. Proposte tanto inutili, perché irrealizzabili, quanto foriere di altri guai per le casse comunali.
La riproposizione del Porto di Foce Verde, bocciato nei giorni scorsi anche dalla Regione, è l’esempio più lampante. Questi i fatti.

– L’area costituisce lo sbocco a mare del Canale delle Acque Alte/Moscarello (cosiddetto “Canale Mussolini”), il più importante corso d’acqua realizzato con la Bonifica ed interessato da periodiche ondate di piena, sul quale esiste da sempre un vincolo idraulico e idrogeologico che ne impedisce qualsiasi variazione d’uso. Questo dato è stato accertato da un apposito tavolo tecnico convocato presso l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Latina in data 04.04.2019. In quell’occasione è stata verificata anche la possibilità di realizzare una rampa di alaggio sulla sponda sinistra della foce e all’interno dell’alveo del canale, ma l’ipotesi si è dimostrata altrettanto impraticabile per gli stessi motivi. Per venire incontro comunque ai diportisti della zona, l’amministrazione ha quindi optato per la realizzazione di un punto di ormeggio all’esterno di Foce Verde, inserendolo nel nuovo PUA.
– Il progetto elaborato circa 18 anni fa dall’Ing. Alberto Noli (2003) prevede la realizzazione di un’area portuale interna con ingresso attiguo alla sponda sinistra del canale. Esattamente dove si trovano: il monumento di Passo Genovese, il depuratore a servizio dell’intera marina di Latina e l’impianto di fitodepurazione collegato al depuratore (realizzato quest’ultimo con fondi europei per il quale si è rischiato il de-finanziamento da parte della Regione Lazio).

– Su un’area già fortemente a rischio a causa dei cambiamenti climatici in corso, l’ipotizzato porto turistico prevede 2.000 posti barca, zone espositive e cantieri nautici su aree di proprietà della SOGIN, a loro volta sottoposte ai vincoli della centrale nucleare e del poligono di tiro. E’ prevista anche l’utilizzazione del pontile della centrale, che però nel frattempo è stato abbattuto. Il cuore del progetto comunque è un’ennesima colata di cemento denominata “Marina Village”: una lottizzazione di 27.305,620 metri cubi già “concordata” dall’allora amministrazione comunale con coloro che nel frattempo avevano comprato i terreni (atto del notaio G. Coppola siglato in data 2 luglio 2003).
– Nell’atto notarile sono state previste opere di urbanizzazione, concessioni edilizie e cubature residue, anche se i relativi passaggi autorizzativi non hanno mai visto la luce, né presso il Comune, né, tantomeno, presso la Regione.

– Il progetto dovrebbe essere finanziato attraverso uno dei tanti “project financing” voluti a suo tempo dall’amministrazione Zaccheo con le conseguenze che conosciamo. Su tutte si vedano il cimitero (l’unico poi attuato) e la metropolitana leggera (reato prescritto).

I Consiglieri LBC Loretta Isotton, Fabio D’Achille, Emanuele Di Russo, Marco Capuccio e Gianni Rinaldi