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“Sulla scuola di Borgo Carso mi aspetto delle scuse, è stata fatta solo (DIS)informazione per disorientare le famiglie”, nota di Nino Leotta

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Adesso che il Ministero dell’istruzione Università e Ricerca (Miur), nella sua articolazione regionale e provinciale, ha definito gli organici per le Scuole dell’Infanzia della provincia di Latina, e che tra queste scuole c’è la scuola di Borgo Carso, adesso cosa diciamo?

Si tratta di una notizia pubblica, una informazione che dovrebbe essere ripresa da tutti i media della città; quei media che solo pochi mesi fa si mostravano super informati, super competenti, super esaminatori, super giudici, super predicatori da improbabili pulpiti.

Dove sono? Dove sono adesso?

Bisognerà chiamarli a raccolta per spiegar loro – questa volta si spera ascoltati – che le procedure seguite dal preside, dall’amministrazione comunale, dai funzionari erano tutte corrette e hanno portato al risultato previsto e auspicato: le bambine e i bambini di Borgo Carso avranno la loro bella scuola nello stesso edificio dove hanno frequentato gli anni passati, avranno il tempo pieno come richiesto da quasi tutte le famiglie, avranno quattro docenti e un collaboratore scolastico come tutte le scuole pubbliche dello Stato italiano.

Mi aspetto anche delle scuse, come preside e come consigliere comunale.

Dovrebbero chiedere scusa tutti quelli, religiosi e laici, che hanno strumentalizzato la vicenda, i politici nuovi e vecchi a caccia di consensi perduti, la stampa che, spesso in modo approssimativo, ha cavalcato le (dis)informazioni fornite da soggetti non sempre in buona fede.

Ancora dovrebbero chiedere scusa tutti coloro che hanno creato disorientamento e allarmismo tra le famiglie dispensando false notizie (come quella che il preside Leotta non aveva a disposizione inseganti sufficienti per coprire la scuola di Borgo Carso), approfittando dell’ignoranza delle norme su una disciplina così complessa.

Ma soprattutto deve chiedere scusa chi, in modo sleale e ipocrita, ha utilizzato la scuola paritaria di Carso come baluardo contro la scuola pubblica statale e laica.

E ritengo che queste scuse vadano estese al sindaco Coletta, all’assessore Di Muro e alla dottoressa Cerroni dell’Ufficio Scuola che, insieme, si sono adoperati per il buon esito di questa storia che solo qualche mese fa sembrava inestricabile.

Benvenuta Scuola dell’infanzia di Borgo Carso e auguri di serena e lunga vita!

Nino Leotta, consigliere LBC