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Proseguono gli incontri nei Borghi di Latina, un patrimonio da tutelare – Marina Aramini

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Nascono le città di Fondazione (meta di “pellegrinaggio” da tutta Europa di studiosi non solo urbanisti ma anche politici e umanisti, perché intorno a queste città aleggiava una concezione/filosofia di vita “rurale”), nasce Littoria, che si collegava con grandi strade ai Borghi e dove i Borghi, popolati dai “coloni” si collegavano al nucleo centrale della Torre Comunale. Un collegamento non solo stradale ed economico, ma anche culturale e spirituale. Le feste, le fiere, le cerimonie religiose e perché no, anche le parate militari, movimentavano la vita dei cittadini e di un apparato amministrativo che doveva gestire tutto questo.

Era. Si era, perché tutto questo oggi non c’è quasi più e non solo per un avanzare qualunquistico del progresso ma per l’ignoranza e l’incuria selvaggia delle amministrazioni che nel tempo avrebbero dovuto tutelare l’indiscutibile patrimonio urbanistico evitando di cancellare molte delle preziose tracce “di Fondazione”.

Ci scandalizziamo giustamente degli sfregi fatti al centro storico di Latina (in primis distruzione della Casa del Contadino) ma non pensiamo alla devastazione che pian piano si è realizzata anche nei Borghi.

Da “vecchie” località come Sessano (Podgora), Capograssa (San Michele), Passo Genovese (Sabotino), Casal dei Pini (Grappa), Piano Rosso (Bainsizza), Foro Appio (Faiti), Casale la Botte (Carso), Conca (Montello) vicino a Le Ferriere, Gnif Gnaf (S. Maria), Passo Barabino (Piave) che rappresentavano una “prima embrionale gerarchia del territorio, divennero punti nevralgici della bonifica” (A. Attanasio ex Direttore archivio di Stato). I vecchi toponimi furono sostituiti dal Potestà di Littoria V. O. Cencelli nel 1933.

Quando la bonifica avanza e si impiantano aziende agrarie, si costruiscono Chiese, dopolavoro, dispense, scuole rurali il Borgo diviene (1931-32) il cardine centrale dell’appoderamento acquistando un ruolo strategico nello sviluppo urbanistico della città di Latina.

Tutto questo patrimonio (a tratti impossibile ormai da recuperare) non si può e non si deve continuare a disperdere come …”lacrime nella pioggia” ed ecco perché la “questione borghi” è stata al centro del programma elettorale di LBC, con il candidato Sindaco in testa che andava ad incontrare i cittadini. Quel candidato, oggi Sindaco, non si è fermato agli incontri elettorali, non si è dimenticato di quanta attesa di risposte concrete c’era negli sguardi di quei cittadini, orgogliosi di appartenere alla loro comunità.

Quel Sindaco oggi, ha mobilitato preposti ed ha fortemente voluto sviluppare un continuo dialogo attraverso numerose e periodiche riunioni cittadine.

Il metodo scelto si basa su report suddivisi per “materie” come viabilità, strade, segnaletica e sicurezza, opere sanitarie e rifiuti, scuole, e altre problematiche per avere un quadro generale organico, ottimizzare gli interventi e trovare soluzioni ai problemi comuni e non.
Ciò che puntualmente si rileva in ogni località è la grande delusione della gente verso la politica, la consapevolezza della difficile situazione ma anche la speranza nella risoluzione di alcuni problemi da sempre inascoltati.

Gli appelli dei cittadini dei vari borghi sono molto simili fra loro: messa in sicurezza delle strade totalmente dissestate molte delle quali costruite su terreni privati, costruzione dei marciapiedi, mancanza di segnaletica stradale, presenza di strutture pericolanti, illuminazione scarsa o inesistente, sistema fognario non funzionale, strutture realizzate a metà, viabilità “spontanea” non ragionata, assenza di aree verdi attrezzate, impianti sportivi alcuni abusivi.

Lo stato di abbandono, che contrasta con la grande cura delle singole case e delle campagne circostanti, è evidente, come altrettanto evidente è la devastazione urbanistica che nel tempo ha prodotto anche una gran mole di abusivismo utile per gli interessi di pochi a scapito di tanti.
Una situazione che NON avrebbe potuto comunque essere risolta dai 6 Piani approvati (solo) nella Giunta Di Giorgi e annullati dal Commissario Barbato (tra cui quelli di Piave, Podgora e Latina Scalo) che prevedevano aumento di cubature in modo improprio.

L’Ass. G. Buttarelli spiega che a tutt’oggi, in cui si è costruito senza pianificare i servizi, non si tratta di aumentare cubature ma “riconoscere polarità all’interno di ogni borgo e metterle in relazione attraverso una progettazione partecipata. NON ADDIZIONE DI METRI CUBI MA RIFUNZIONALIZZAZIONE delle parti che tengano conto delle esigenze specifiche dello specifico contesto. Realizzazione di spazi per espletare la vita sociale e aumentare il benessere urbano e offrire nuove e funzionali “vitalità”.

Non sarà facile risanare decenni di incuria.

Anche il Sindaco non promette miracoli ma 1 o 2 obiettivi per borgo, quelli più urgenti e fattibili.
Voglio precisare che è inoltre in dirittura di arrivo il terzo e importante Regolamento dei 3 sulla partecipazione dei cittadini alla vita della loro città, quello relativo alla “gestione condivisa” che prevede possibilità di accordi di collaborazione nella gestione di spazi, collaborazione che nei borghi è sempre stata viva sebbene non regolamentata.

Gli incontri andranno avanti e saranno importanti per concretizzare un nuovo modo di fare politica, una politica vicino alla gente e tra la gente che, giustamente troppo arrabbiata, talvolta non comprende le difficoltà che si incontrano nel realizzare i cambiamenti desiderati.
E non va dimenticato che ad oggi il settore Lavori Pubblici è impegnato (con meno personale) ancora a risolvere grandi questioni del passato che sottraggono energie professionali per risolvere i problemi.
P.S. ORA non siamo più in campagna elettorale….

Marina Aramini, consigliere Lbc