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SPARARE A ZERO, di Marina Aramini

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Oggi, 9 luglio 2017, i titoli di Latina Oggi sulla vicenda rifiuti sono senza appello:

1) “Gli effetti nefasti di un peccato ideologico” (articolo di fondo del direttore);

2) “Ira di De Vizia sul Comune” per sospetto pregiudizio dell’amministrazione;

3) “Rifiuti, giallo sulla gara annullata, la delibera è a rischio”.

Sarebbe stato più giusto, secondo il mio modestissimo parere, che accanto a 3 siluri contro trovasse posto almeno una dichiarazione di visione a favore, o comunque neutrale. Il lettore deve essere SEMPRE messo in grado di capire una questione e farsi un’idea personale: così ho pensato di inviare un mio contributo – un’analisi di questi tre articoli – affinché possa iniziare un confronto pubblico.

1) “Avrebbero potuto prevederlo che annullare una gara può essere un azzardo”. E infatti è stato previsto.

“Ci vorrebbero valutazioni tecniche e non sentimenti di antipatia”; “Un peccato ideologico sta per dispiegare i propri effetti disastrosi su una intera città”. La scelta non è stata sentimentale e resta salda indipendentemente dalla qualità delle ditte – che non metto in discussione – poiché la volontà è politica e non ideologica: pesca nell’idea di una gestione non esternalizzata che abbiamo sempre avuto, all’inizio la cosiddetta in house.

“Una tormenta che si sta abbattendo”, “alimentata da altre incertezze come la metro, terme e piani particolareggiati insabbiati”. Magari si potessero insabbiare! Gli uffici sono al lavoro – purtroppo – anche su queste tragiche perturbazioni meteorologiche: di positivo c’è comunque l’ammissione che su questa amministrazione incombono tormente.

L’editoriale del direttore Panigutti si conclude con una esortazione: pur nella consapevolezza dell’eredità scomoda, si incita Coletta a dire “ci siamo noi, gestiamo noi”. BENE! COLETTA HA DECISO! MI CHIEDO: E ALLORA, DOV’E’ IL PROBLEMA? Si dice sempre: non si fa nulla, c’è immobilismo etc etc; e guarda un pò, una decisione che si prende diventa però non una ventata di politica – anche coraggiosa, direi – ma una terribile tormenta nefasta.

2) De Vizia fa il proprio lavoro. E’ chiaro – e giusto – che prenderà i propri provvedimenti sull’annullamento del bando. Io però non credo che interessi approfondire cosa faccia De Vizia in altri contesti e se sia andata bene o male – spero bene! – la questione del passaggio da tempo determinato a indeterminato di tutti i dipendenti, o se sia vero o falso che  abbiano iniziato a lavorare senza contratto di lavoro. A noi interessa la nostra città.

Mi piacerebbe capire invece se la De VIZIA non consideri la nostra scelta contraria all’esternalizzazione un mero pregiudizio così come riportato dal giornalista nell’articolo. Vorrei dirle che non è così! Ancora una volta si ribadisce che la volontà di gestire i rifiuti è prettamente politica. Direi neanche fondata su meri calcoli algebrici ma sull’idea democratica che i servizi essenziali – come anche la distribuzione dell’acqua –  tornino ad essere un BENE COMUNE nelle mani dei cittadini: che attraverso i propri rappresentanti potranno operare un CONTROLLO CONTINUO E UNA PARTECIPAZIONE. E vi pare poco? La Latina Ambiente è fallita perché non c’è stato un serio controllo del suo operato, che trovava inoltre una sorta di paradossale legittimazione nella minoranza delle quote sociali da parte del Comune.

Non si dimentichi che il quesito referendario del 12-13 giugno 2011 concerneva proprio le “modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” – servizio idrico, servizio raccolta e smaltimento rifiuti e trasporto pubblico locale – e che il 95% dei votanti ha espresso parere favorevole all’abrogazione della cosiddetta privatizzazione dei servizi pubblici. Mi risultano pertanto incomprensibili le prese di posizione del Partito democratico (di tutto? mah…), allora paladino del referendum, che almeno nella nostra città sembra aver cambiato idea ed esalta oggi una effimera controideologia a favore  del privato. Comunque resta una considerazione: un privato investe se ricava profitto,  che non è il  fine di una Azienda Speciale.

3) Giallo sulle delibere? Confusione? Pasticcio?  LEGGIAMOLA con attenzione, questa delibera di giunta del 27 giugno 2017.

“Presa in considerazione la nota prot. 87449 del 26/06/17 con la quale la Dirigente del Servizio Gare e Contratti, ALLA LUCE DEL PARE ESPRESSO DALL’ ANAC (arrivato il 7 Aprile 2017 quando nel frattempo l’in house era stato ormai bandito dalla “riforma Madia” e si era introdotto il progetto Azienda Speciale) comunica che procederà ad adottare gli atti necessari per l’annullamento della gara”. Quel bando, infatti, anche secondo L’ANAC presentava “EVIDENTI PROBLEMATICHE IN ORDINE ALLA PORTATA ANTICONCORRENZIALE CHE INDUCONO A CONSIDERARE FONDATA L’IPOTESI DI ILLEGITTIMITÀ” dei suddetti requisiti del bando poiché “irragionevolmente restrittivi” , visto che solo tre imprese in Italia sarebbero state in grado di soddisfarli.

Poi, sempre la stessa delibera di giunta non aggiunge un mero “a seguito dell’annullamento” che sarebbe sì assurdo, ma scrive che il Consiglio Comunale (CHE SI FARA’), a partire da tutti gli atti della Giunta e a seguito dell’annullamento del bando (che a quel punto ci sarà) e attraverso altre considerazioni, ecc. ecc.  propone di deliberare i contenuti della delibera stessa.

La storia è stata difficile e travagliata ma l’indirizzo CHIARO c’è stato subito: era in house e non esternalizzazione, come certifica la data del Consiglio Comunale dell’11 novembre 2016.

Marina Aramini, consigliere Lbc