Progetto Alta Diagnostica
“Il Goretti centro di eccellenza grazie all’Alta Diagnostica”
L’originario progetto Alta Diagnostica, proposto come un volano per l’intera città per i contenuti scientifici, tecnologici e innovativi, si è rivelato purtroppo gravato da enormi criticità logistiche, gestionali e di fattibilità, che non ne hanno consentito la realizzazione nel corso di questi sei lunghi anni. Infatti, al lontano 2012 risale il primo protocollo di intesa, che prevedeva la realizzazione del Centro proprio all’interno dell’Ospedale Santa Maria Goretti.
L’Amministrazione LBC appena insediata si è trovata di fronte ad un progetto già costruito ed apparentemente avviato, ma a maggio 2017 è arrivato il primo vero ostacolo: la Regione ha comunicato, a lavori già in stato di avanzamento, l’inadeguatezza della struttura e pertanto il diniego all’installazione. A questo punto Fondazione, mantenendo l’intento di portare a compimento la realizzazione del Centro, ha proposto una rimodulazione del progetto, finalizzata non solo al superamento del diniego opposto dalla Regione, ma anche e soprattutto a superare le emergenti difficoltà gestionali e di sostenibilità del progetto stesso. Fondazione ha espresso il timore che questo Centro diventasse una “Cattedrale nel deserto” e che in effetti non rispondesse ai requisiti di filantropia e di fruibilità per il territorio, che erano alla base dell’idea originaria. Veniva a mancare, quindi, proprio il requisito iniziale: il beneficio per i cittadini ed il territorio in termini soprattutto di diritto alla cura.
L’Amministrazione comunale è stata necessariamente tirata in ballo e si è fatta carico di una rivalutazione del progetto, con il solo scopo di realizzarne il migliore possibile per la città e di non sprecare un’occasione così importante. Nell’ambito della rivalutazione è stato svolto un grande lavoro di analisi e di approfondimento tecnico e amministrativo, in modo trasparente e senza finalità di interesse personale, a solo beneficio della popolazione, nel rispetto di un rapporto fattivo con tutti gli attori coinvolti, in primis con Fondazione, che rappresenta una grande risorsa anche per progetti futuri.
La rimodulazione tecnologica non è riduttiva, come chiaramente emerge anche nel parere del Prof. R. Grassi (Presidente della Società Italiana di Radiologia Medica), e dall’implementazione del progetto stesso con la previsione di realizzare presso l’Ospedale Santa Maria Goretti anche una sala operatoria all’avanguardia tecnologica, la Sala Ibrida, ma appare essere migliorativa e più confacente al bisogno di Salute e alle possibilità di Ricerca.
Prendendo atto delle criticità di gestione a lungo termine della struttura cosi come era stata prevista nell’accordo del 2015, l’Amministrazione comunale ha riaperto il dialogo con la nuova dirigenza ASL, che si è resa disponibile a far parte del Tavolo. Tutte le componenti coinvolte comprendono la grande occasione che questo progetto può rappresentare all’interno della implementazione strutturale e tecnologica della Sanità pontina, voluta dalla Regione e portata avanti con determinazione dalla attuale Dirigenza ASL.
Il Comune, essendo nella figura del Sindaco il primo garante della Salute pubblica, ha interpretato questo ruolo, fungendo da catalizzatore tra tutte le figure coinvolte, nella consapevolezza che riportare il progetto all’interno dell’Ospedale significhi esprimerne al massimo le sue potenzialità, valorizzando tutte le professionalità coinvolte, sia dell’Ospedale che dell’Università, per assolvere agli obiettivi clinici e di ricerca prefissati.
La vera occasione mancata sarebbe non tenere conto di tutto questo.
La nostra occasione colta è mettere le necessità di Salute del cittadino al centro della nostra azione, con una visione di città dove le risorse a disposizione vengono messe in sinergia per esprimere un modello che riteniamo risulterà vincente.
LBC Sanità