home Gruppo Consiliare UN ALTRO TRISTE EPILOGO DELL’URBANISTICA A LATINA, di Marina Aramini

UN ALTRO TRISTE EPILOGO DELL’URBANISTICA A LATINA, di Marina Aramini

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E’ notizia di oggi la condanna di Malvaso e Di Rubbo che va oltre le richieste del PM Capasso. E’ la storia di una città dove il “mattone selvaggio” ha assunto nel tempo caratteri “malati”. E’ ciò che si riscontra anche in tutti gli incontri che facciamo nei Borghi e nei quartieri della città che oggi appare quasi come una somma di periferie.
Anche il nostro pregevolissimo centro è stato deturpato per far posto a palazzi anonimi che hanno distrutto una parte importante della nostra storia, nella triste indifferenza generale.
E questa direi atavica incuria porta anche al discorso della legalità
Una citta’ DOVREBBE ESSERE come un organismo vivente, dove gli organi crescono insieme in armonia.

Invece abbiamo assistito, sostiene l’Ass. Buttarelli, ” ad una crescita monofunzionale ovvero crescita delle sole costruzioni residenziali a discapito delle urbanizzazioni e dove luoghi del vivere pubblico rimangono asfittici, NON crescono insieme agli edifici”, anzi spesso non crescono proprio. “La città aveva un modo bipartito di svilupparsi: da una parte gli imprenditori (imprese private) dall’altra il pubblico che insegue il privato. La regia NON c’è stata e se la regia non rimane saldamente nelle mani del pubblico, la città se ne va per conto suo: vediamo SOLO case ma non strade, verde e soprattutto piazze, luogo privilegiato di incontro”.

La proposta di LBC si fonda su diversi livelli di integrazione:
1)Tra pubblico e privato. Dove il pubblico non rinuncia al suo ruolo di regia
Anche solo girando nei quartieri è palese come nella gestione della nostra città siano mancati: progettazione (il particolare), la pianificazione (lo spazio), la programmazione (con tutti gli interventi dotati di risorse e i tempi) che sono cose diverse.
PIANO ( della città) —PROGRAMMA (interventi nella loro globalità)—–PROGETTO

2)Tra 3 sistemi: mobilità, verde, spazio pubblico che non devono più apparire segmentizzati ma debbono essere messi a sistema in modo che da isolati diventino continui tanto da costruire una sorta di “spina dorsale” della città. Nelle parti mancanti, utili a generare la continuità, si inseriscono i progetti.
Su questo si sta lavorando: definire/tracciare prima la spina dorsale utile per la scelta di costruire: l’edilizia propriamente detta dovrà essere prevista in punti funzionali al piano (non escludendo le necessità di assecondare le dinamiche demografiche e in parte del mercato immobiliare) soprattutto per migliorare la qualità della vita delle persone.

Tutto ciò assolutamente in sintonia (anzi in anticipo) col Consiglio Regionale dell’11 luglio 2017 che ha approvato la deliberazione legislativa concernente: “DISPOSIZIONI PER LA RIGENERAZIONE URBANA E PER IL RECUPERO EDILIZIO”

FINALITA della legge: promuovere, incentivare e realizzare la rigenerazione urbana al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini, incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, qualificare la città pubblica esistente, limitare il consumo di suolo, aumentare le dotazioni territoriali mediante l’incremento di aree pubbliche o la realizzazione di nuove opere pubbliche ovvero il potenziamento di quelle esistenti, favorire la mobilità sostenibile.

Marina Aramini, consigliere Lbc